anch'io, insieme con mia moglie (conto cointestato) sono stato cacciato dopo più di 10 anni di rapporto senza nessun intoppo. Preciso che avevo conto corrente, con accredito di 2 stipendi non cospicui ma sicuri, mai andato in rosso, idem per Conto arancio con qualche risparmio liquido, una quota di risparmi in Investimenti Arancio, Conto trading con un'altra quota di risparmi famigliari, nessun mutuo e nessun debito con la banca. Lo so che nel contratto è scritto che la banca non deve spiegazioni, ma se le affido i miei risparmi e i miei affari dovrebbe perlomeno essere trasparente e degna di fiducia. Sono un "cliente", non una mucca da mungere! Essendo il rapporto chiaramente squilibrato (è la banca che detiene e usa i miei soldi) dovrebbe rendermi conto delle decisioni che mi riguardano. Devo dire che, al riguardo, come gli altri non ho ottenuto spiegazioni, ma un agente con cui ho avuto una conversazione telefonica mi ha fatto capire che si tratterebbe di nostre supposte inadempienze nel rispondere a email o a telefonate da parte di ING. Può essere successo che non abbia risposto a qualche chiamata telefonica (anche se la cosa appare piuttosto inverosimile, dato che siamo in 4 in famiglia e tutti abbiamo sotto controllo più di un telefono). Può essere accaduto che non abbia risposto a qualche email, scambiandola per offerta di servizi (ma anche questo appare abbastanza inverosimile, dato che controllo regolarmente la posta elettronica). Il succo della faccenda, però, è questo: non può essere qualche (improbabile) telefonata o email inevasa a determinare una inadempienza grave del cliente nei confronti della banca. In caso di necessità e urgenza la posta tradizionale, meglio ancora la raccomandata, hanno un valore pratico e legale che la banca conosce bene, visto che, per chiudere il conto, non ci ha telefonato o scritto email, ma ci ha inviato ben 2 raccomandate con ricevuta di ritorno. L'esperienza mi ha indotto a pensare che dietro queste decisioni ci siano in realtà operazioni anomale per far fronte a problematiche (fiscali, giuridiche, finanziarie?) che, ovviamente, si scaricano sulla testa dei clienti. Ma si può riversare sul cliente un'imperizia della banca? La chiusura di un rapporto bancario, con la vendita di fondi in portafoglio e lo spostamento dei rapporti in essere è un disagio che provoca perdita di tempo e di denaro, e di questo ovviamente chiederò conto non con un semplice reclamo, al quale non ho avuto ancora risposta, ma coinvolgendo ufficio legale, Conciliatore Bancario e Conciliatore finanziario.
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